Rotta Per Moderni Flaneurs / 2

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Convergere verso direzioni probabilmente già intraprese molte volte ma con intenti singolari come la ricerca di segni e manufatti che rendono la città un parco delle meraviglie per lo stupore di curiosi e moderni flâneurs.

Le bocche della verità a Verona

Arriviamo in Piazza Erbe per alzare lo sguardo sull’Ercole di Palazzo Maffei che sta nel lato nord della piazza. La prima statua a sinistra sopra la balaustra è la divinità pagana che venne rappresentata con un generoso attributo. Questa sovrabbondante riproduzione suscitò l’irritazione delle signore pene che si resero artefici di un inedito e ante litteram caso Bobbitt nel mondo dell’arte, pertanto ora possiamo notare la castrante assenza.

Lasciate Piazza Erbe e dirigetevi verso Piazza Dante passando sotto l’Arco della Costa dal quale pende appunto la Costa, ovvero una costola di balena che da secoli sta li a farsi ammirare con le sue autentiche forme di organic-design. Radio scarpa dice che ad apporla furono gli spessiàri del periodo veneziano come originale forma di réclame per i loro medicinali.

La piazza conserva inoltre un proto 117 del periodo veneziano, ovvero una rudimentale, ma funzionale per l’epoca, forma di denuncia di contrabbandieri e usurai agli uffici fiscali che avevano sede nel Palazzo del Capitano. Troverete due lapidi con fessure rappresentate dalle bocche di volti più o meno mostruosi lungo i due lati del Palazzo scaligero, il primo che si affaccia sulla piazza e il secondo su via Dante Alighieri. Se volete proprio collezionarli tutti ce n’è un terzo vicino alla Porta dei Bombardieri nel Cortile del Tribunale e potrete denunciare i trafficanti di polveri, ritornati attualissimi dopo cinque secoli.

Arrivate adesso in Piazza Dante e passate coraggiosamente sotto un altro arco, quello alle spalle del Sommo Poeta. L’audacia che si attiene al transito è relativa alla leggenda della sfera trattenuta dalla statua del pensoso Girolamo Fracastoro che verrà lasciata cadere dall’astronomo-geografo-scienziato-tuttologo sulla prima testa di persona onesta. Se dubitate della vostra integrità d’animo scorrete sereni sotto l’arco che non vi accadrà nulla. In questo caso è un bene, altrimenti tanta correttezza e irreprensibilità verrebbe infaustamente premiata con una palla di pietra dritta (e inaspettata) sul vostro cranio.

Arrivate in via Cappello al civico 23 ed entrate nel cortile, spesso affollato, e cercate la Tomba dell’Amore. Trovata? E’ quel sarcofago medioevale attaccato al muro della casa che viene inavvertitamente utilizzato come scenario per foto romantiche dagli innamorati di passaggio, ignari di stare abbracciati dentro un vero sarcofago che con l’Amore certo ha poco a che fare. Tutt’al più con la Morte. Non vi pare? Perché questa è la vera storia della Balcone della Giuly, un bellissimo e autentico sarcofago appeso in alto per la gioia di inconsapevoli innamorati e per il cinico ludibrio di chi ora ne è a conoscenza.