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Il muro è (di) Blu street artist • APRITI VERONA

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Il muro è (di) Blu

Il muro è (di) Blu titolo

Ripercorriamo l’incredibile approdo a Verona di Blu con la più alta manifestazione dell’arte di strada indirizzata a scuotere gli animi ma infelicemente consumata dallo scuotimento delle teste del comitato del No e l’altrettanto amara vicenda di Marc Quinn che ci ricorda la nostra sudditanza culturale ai gesti artistici brandizzati.

Marc Quinn graffiti Verona love painting

Le due vicende che seguono sono rappresentative dell’aria che si respira qui ai confini del mondo (savio). Qualche anno fa una coraggiosa galleria in zona Porta Vescovo ospitò Blu per una personale e con l’occasione lo street artist si adoperò per un’opera site-specific. Terminata l’opera sull’edificio di via Cesari (con il murale rivolto su via Fiumicello), nasce dopo qualche tempo il comitato del No che alza un coro di lamentele che produrranno ben presto la fine a questo intervento unico, e non ancora ripetuto per Verona, d’arte di strada di caratura internazionale.

La motivazione del Comitato_togliamo_subito_il_mostro_dalla_parete è che la rappresentazione intimoriva gli occhi incontaminati dei bambini che transitavano lungo la via, per tornare a casa a guardare la più rassicurante televisione. Quindi è stato successivamente ricoperto di un bel grigio, non della nuance “pessimo umore” ma piuttosto di una declinazione che si avvicina di più a “cancelliamo le prove” e tranne qualche superficie dove il velo coprente permette ancora di immaginare una parte dell’opera, non è rimasto nulla. Anzi, pure annaspando in internet, sono poche, pochissime, in pratica una sola, l’immagine disponibile. Godiamocelo virtualmente almeno, con tutta la sua potenza di grandezza e forma, ricordandoci la corda che il mostro rivestito di una pelle dentellata e appuntita allungava verso il passante della strada, cioè ad ognuno di noi, che invece di liberarci dalle costrizioni siamo quasi alla ricerca di un cappio da infilarci al collo. E il “mostro” gentilmente lo tendeva verso il marciapiede rendendoci più agevole la ricerca.

Blu non c'è più street artist Borgo Venezia in via Fiumicello Verona

La fine della storia è che il murale di Blu verrà demolito e con questo ogni altra timida speranza di riveder risorgere l’opera. Non ci rimane che andare in moltissime altre città del mondo per ammirare i lavori di Blu, il re dei bottom (i graffiti di grandi dimensioni ), magari seguendo le segnalazioni della Lonely Planet o degli Street Art Tour per poi infine accorgerci (troppo tardi) di quello che abbiamo perso (per sempre).

Consolazione: la stessa cosa è successa un paio di anni fa allo stesso street artist ma ad un altro suo gigantesco murale appena concluso a Los Angeles e commissionato dal MoCA. La tranciante ironia della sua rappresentazione sulla commistione tra denaro, morte e potere non è stata digerita e la direzione del museo l’ha cancellato nelle ventiquattrore successive alla fine dell’opera, creando così un impossibile link tra la direzione museale losangelina e il nostrano comitato_cancellatuttoesubito.

Curiosa e al contempo imbarazzante è pure la storia dei graffiti sui muri all’entrata del cortile della Casa di Giulietta, probabilmente i graffiti “veronesi” più conosciuti al mondo. Scontiamo il fatto che trattasi di stucchevoli scritte al glucosio in puro distillato Moccia, sono però conosciute ed è un consolidato arredo urbano di Via Cappello, tanto da essere riprodotte su tazze, magliette, cartoline e altri gadget. Quindi apprezzati, quindi vendibili, quindi ok. Un giorno arriva Mark Quinn (from the Young British Artists art movement, please!) invitato da una famosa galleria up-to-date della nostra città per allestire una mostra negli spazi della Casa di Giulietta. Entra nel cortile, come hanno fatto milioni di turisti prima di lui, e dà un’occhiata ai graffiti sui muri. Annusa subito la loro potenzialità e chiede di poter attaccare alle pareti dei fogli di dimensione XXXXL che in poche settimane diventeranno i “Love Paintings” venduti a collezionisti e a musei d’arte contemporanea di mezzo mondo a cifre con cinque zeri e a costo zero per lui. Esattamente quello che “noi” (leggi: la nostra amministrazione) ciclicamente tinteggiamo o stacchiamo.

Il murale del Blu nostrano è stato trattato come estraneo, mentre il gesto artistico dell’albionico Marc è stato esaltato dalle istituzioni cittadine. AAA Maturità culturale cercasi.

Nota Bene.
L’immagine del muro di Blu è tratta dal sito dell’autore.
Le immagini delle opere di Mark Quinn è state reperite dalla rete ma non vi era indicata la provenienza e l’autore.


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