Nosetta Addicted

Nosetta addicted titolo

C’è un luogo in Borgo Venezia pregno di atmosfere che riportano ai “bei tempi andati”: l’Osteria con cucina Nosetta, in via Betteloni 42b.  Il locale è riuscito a creare un’originale alchimia che sta incantando lo storico borgo fuori le mura e non solo. Perché la Nosetta è come uno di quei punti caldi della Terra che generano ed emanano energia, un luogo che una volta conosciuto entra subito a far parte della geografia della nostra vita e a Verona riesce (fatto incredibile) a far sentire meno la necessità di zapaterar a Kreuzberg 36, Williamsburg o Notre-Dame-Du-Mont.

Osteria Nosetta Verona le moke del caffè le caffetterie

Un’osteria votata alla saudade e alla gerontofilia, nella quale le regole del tempo non hanno più alcun potere. La serata scorre tranquilla e sospesa in un’atmosfera che, se si potesse distillare in fiale, queste farebbero la fortuna dello stregone. La suggestione di trovarsi in un luogo strappato a un’altra epoca desta reviviscenze inattese e ci cala in un mood estremamente europeo intriso di autenticità rivolta alla nostra realtà cittadina.

Per raggiungerla vagheremo per il labirinto di Borgo Venezia (fatto di strade e vicoli, sensi unici e divieti di sosta, piste ciclabili e piazze pedonali) nel quale perdersi è quasi un obbligo, per poi ritrovarsi alla Nosetta. L’osteria è il tempio nostrano del downshifing, quando intendiamo scalare le marce per ingranare con uno stile di vita dai ritmi più umani e sostenibili. Raggiungetela quindi a piedi o in bici, comunque con il cane (l’oversize-dog è un must per gli avventori più shabby del locale).

Osteria Nosetta Verona hommage à Pina Bausch

L’azzeccatissimo colore delle pareti, che fa da fondale alla vita che si svolge spensierata nel locale, sembra già pronto per la ripresa di una scena d’interno girata da Ozpetek, mentre le riproduzioni di gesti nelle foto in bianco e nero appese in alto ricordano gigantografie tratte da un immaginario manuale di Pina Bausch. La musica invece proviene dal giradischi custodito in una teca. La Nosetta infatti dispone di una ricca collezione di musica prettamente jazz (con vendita di vinili), coeva allo stile anni ‘40 ripreso dal locale: connubio riuscito tra suono e luogo.

Il personale è fantastico, sembrano tutti buddisti: gentili, rilassati e sorridenti. Certo non hanno fretta, neppure la infondono e forse notare questo significa già scalare una marcia. Gli avventori sono anch’essi accomunati da un aspetto caratterizzante: gauche-caviar, si-glocal, bourgeois-bohémien, ma anche cosmonauti di passaggio, nomadi indifferenti al jet-lag, e soprattutto persone giovani che, come intendeva Baudelaire, sono tutti coloro che desiderano ancora sedurre ed essere sedotte.

Osteria Nosetta Verona cicchetti

La cucina riserva un menu genuino, fantasioso e gustosissimo, impiattato con mani generose. Non lascia mai insoddisfatti. Per grattarsi un dente ci sono dei magnifici cicchetti che meravigliano per l’originale abbinamento degli ingredienti e per il gusto equilibrato. I cicchetti sono conservati nella teca a Km 0, realizzata assemblando le vecchie finestre e sistemata sul bancone home-made, costruito utilizzando la saracinesca originaria del posto.

La cantina, che comprende ottime etichette, è sospesa proprio sopra il bancone. Una lunga proboscide in ferro aggancia il collo della bottiglia che ordinerete, mentre sul davanzale una ricca collezione di Moka attende l’ordinazione.

Brunch domenicali musicati, che accompagnano con sonorità mattutine il nuovo rito tra le “genti” del Borgo, si svolgono nel dehors. Pure se il tempo non vi è amico, parafrasando Susan Ertz, e siete tra quelli che aspirano all’immortalità ma poi non sapete che cosa fare la domenica se piove, passate di qui e otterrete sicuramente una buona ispirazione, perché la Nosetta si trova esattamente tre metri sopra la Padania.