Jews Is News

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La storia del mondo è passata spesso anche da Verona. Un post lo dedichiamo alla presenza secolare della Comunità Ebraica perché, come si dice in America, fa sempre “notizia”. 

Ghetto ebraico a Verona

E’ davvero una gran fortuna per la città vantare la presenza di una secolare Comunità Ebraica che con alterne fortune ha lasciato testimonianze forti in vari aspetti della storia, della cultura e dell’urbanistica cittadina. Oggi possiamo ammirare nella zona del ghetto gli edifici superstiti alle demolizioni degli anni ’20 del secolo scorso, come la grande Sinagoga in via Mondo d’Oro, i negozi di via Portici, le case-torri di Piazza Erbe e, in borgo Venezia, il cimitero ebraico di via Badile.

Iniziamo dalla Sinagoga, ben nascosta tra le centralissime via Mazzini e via Pellicciai, che è l’unica della città e di dimensioni davvero notevoli. L’inizio della sua costruzione è coevo a quello del tempio israelitico di Torino. Ma a Verona, seppur con molto ritardo, nel 1929 terminarono i lavori, mentre nella città dei Savoia la Comunità Ebraica abbandonò il progetto, esausta dalle incessanti modifiche che l’eclettico Antonelli apponeva al progetto originario. Così se in Piemonte e sul retro delle monete da 2 centesimi impera la figura della Mole, a Verona un altro versatile architetto, il veronese Ettore Fagiuoli, ci ha lasciato questo edificio che si può visitare gratuitamente la prima domenica di settembre in occasione della «Giornata europea della cultura ebraica».

Case torri a Verona Piazza Erbe, menorah sulla sinagoga a Verona, comunità israelitica Vicolo Portici a Veroa

La simbologia ebraica è ben rappresentata sulla facciata del tempio con Menorah, Stelle di David e Tavole della Legge. C’è pure una curiosa svastica utilizzata in tempi non sospetti come ornamento alle inferriate delle finestre in basso.

Ritornando in via Mazzini da via Quintino Sella, troverete nello slargo della shopping street un inserto in bronzo sul lastricato che sembra solo un arredo urbano per la pioggia e invece testimonia l’antico confine del ghetto.

Il confine del ghetto a Verona iscrizione in Via Mazzini

Ripercorrendo via Portici, al numero 3 ha sede della Comunità Ebraica di Verona, mentre sul lato opposto si staglia l’ingombrante volume dell’ex Super Cinema, esempio di un pesante intervento di riqualificazione urbana del Ventennio. Nei progetti dell’epoca doveva proseguire persino sul lato Ovest di Piazza Erbe ma fu fermato anche grazie alle proteste degli intellectuels Barbarani e Dall’Oca Bianca.

Seguendo il perimetro dell’ex Super Cinema, arriveremo in Corticella Spagnola. La toponomastica testimonia la presenza della Comunità Ebraica sefardita giunta a Verona dalla penisola Iberica nella prima metà del ‘600.  Uscendo in ‘Erbe allunghiamo il collo per studiare la tipica architettura da ghetto delle case-torri coi soffitti ribassati per aumentare le superfici abitabili.

Statua di Barbarani e case torri in Piazza Erbe a Verona

In borgo Venezia infine si allarga il cimitero ebraico, che rappresenta uno dei tanti innumerevoli lasciti del naturalista e benefattore Achille Forti. La famiglia Forti, ricchissima e illuminata, possedeva molte collezioni, terreni e palazzi tra Mantova e Verona. Alla morte dell’ultimo discendente, Achille, donò tutto ad istituti, musei e municipalità tra cui, ça-va sans dire, Palazzo Forti ”Il fu Galleria d’Arte Moderna”, e terreni specialmente nella parte Est della città con al centro il cimitero ebraico. Al tempo c’erano solo campi nella zona di via Badile, ora invece si trova la circoscrizione cittadina più densamente abitata dopo il centro città. In virtù (o meglio, per l’obbligo) delle leggi che impongono un perimetro di fascia di rispetto cimiteriale, tutta la zona circostante è stata graziata dalle cascate di cemento. Così oggi possiamo godere di un grande parco alle spalle del cimitero e di campi sportivi attorno. Tutto questo grazie alla fortunata lungimiranza e magnificenza dell’Achille. Un paio di anni fa hanno anche inaugurato un secondo parco, in zona Fondo Frugose (sempre un suo ex lascito), e l’hanno omaggiato intitolandolo col suo nome.

Iscrizioni al cimitero ebraico a Verona e statua di Lombroso

Altri ebrei veronesi famosi? Ricordate Cesare Lombroso? quello che arrivò a formulare la seguente sentenza: “Il criminale è un essere atavistico che riproduce sulla propria persona i feroci istinti dell’umanità primitiva e degli animali inferiori”, semplicisticamente: brutto = cattivo. Se non ricordate questa estrema e infondata conclusione ai suoi studi positivisti, forse con più probabilità avrete visto la sua figura in bronzo assisa nei giardini omonimi fuori dalla porta di San Giorgio. E’ quello con il teschio in mano davanti al quale ciclicamente sboccia qualche lumino. La sera è uno spasso passare di li: pare sempre Halloween!

Imbarazzante la frase a lui dedicata e leggibile alla base della statua “irradiò di verità l’umana giustizia”. Ma era il lontano 1921 quando fu posta, ora potremmo considerarla come una testimonianza del raggelante pensiero dell’epoca.

Le personalità veronesi appartenenti a questa comunità, che in particolare durante il “secolo ebraico” si contraddistinsero nel mondo dell’arte, della cultura, della medicina o imprenditoriale sono molteplici e a partire dall’epoca dell’emancipazione, ovvero dall’equiparazione dei loro diritti con quelli goduti dai cittadini dei paesi ospitanti, poterono esprimere e donare il meglio della loro cultura e capacità anche qui a Verona.