Mangiare in chiesa e non solo

Mangiare in chiesa e non solo titolo

Avete mai contato quanti campanili sono conficcati tra le strette vie di Verona? Un esercito! Ma non tutti suonano per annunciare la messa, alcuni di loro hanno spostato le campane in sagrestia, che nel frattempo si è fatta cucina. Ora il loro suono richiama l’attenzione di camerieri in ritardo col servizio al tavolo.

Chiesa Santa Felicita Verona

In questa versione scaligera di Minor Jerusalem, abbiamo la ghiotta opportunità di poter cenare in una delle chiese sconsacrate del centro, che per le menti più laiche potrà rappresentare un’allettante esperienza del gusto e, au contraire, risulterà un’esperienza al limite del dissacrante agli spiriti pii.

Iniziamo dal frequentatissimo San Matteo Church, vicino a Porta Borsari in Vicolo San Matteo, 1. Il preesistente tempio di Giano è svelato dai resti che si possono intravedere attraverso uno spesso vetro sul pavimento, mentre il resto dell’ambiente racconta la storia di una ex chiesa nata romanica, cresciuta barocca e secolarizzata in pizzeria. L’arredamento, il colore delle pareti e dei tendaggi creano un’atmosfera iperglicemica da telenovela sudamericana con colori pesco patinato, rosa spumiglia e bianco dolce zucchero, che non lesinano a diffondersi anche su tovaglie, piatti, soffitti. Rimane comunque un locale simpatico e accogliente.

Tribolata è la recente storia dell’ ex chiesa nascosta in vicolo Raggiri 11, una piccola e segreta via del centro non lontana da piazza Erbe. Al suo interno si sono succeduti bar, pub e ristoranti, in un ambiente romantico (forse il posto più propizio da vivere con la persona con la quale mirate di trascorrere anche un dopo-serata). Tuttavia rimaniamo sulla porta, perché attualmente è in attesa di una nuova riapertura.

Proseguiamo verso Ponte Pietra. In via Santa Felicita vi attende La Sagrestia, un locale sistemato all’interno di una ex chiesa romanica che dà anche il nome alla via (il civico invece lo diamo noi, è il numero 8). Questo ristorante-pizzeria, sapientemente restaurato, regala l’opportunità di mangiare sotto lo sguardo protettivo dei Santi riaffiorati qua e là dagli affreschi parietali che si innalzano fino al caldo soffitto ligneo che sovrasta i tavoli.

In una posizione privilegiata si trova la pizzeria Redentore, posta proprio in riva all’Adige e rivolta verso il Teatro Romano e Castel San Pietro. Probabilmente lo sguardo rivolto verso queste due meraviglie della città hanno ispirato il pizzaiolo, tanto da battezzare nel menù due pizze site-specific, la prima con il nome del ponte più antico della città e la seconda con il nome del castello sulla collina.

In via Adigetto 6A l’antica chiesa di Santa Croce di Cittadella del tredicesimo secolo è diventata il ristorante-pizzeria Il Braciere, forse il locale che ha conservato meno la percezione del sacro ma che sa offrire meglio una divertente atmosfera mondana! All’interno troverete il busto di un Cristo appeso a metà parete, che osserva il banchetto che si svolge sotto il suo sguardo. Nello spazio sopra invece troveremo la testa super-size di Buddha troneggiare tra i tavoli. Menù e clientela molto interessante!

Spostiamoci in stradone Porta Palio per collezionare il locale Prima Fila che trova dimora nell’ex chiesa di Santa Caterina. All’interno è possibile cenare nello spazio dell’ex coro della chiesa dove si gode di una vista privilegiata sul resto del ristorante dabbasso.

Ma un divertente e inusuale giro per ex chiese non finisce necessariamente con la pancia piena, perché alcune sono utilizzate per rappresentazioni teatrali, danza, musica, letture o mostre d’arte.

A Veronetta, nell’ex chiesa di San Francesco, si può assistere ad uno spettacolo off nell’improbabile ma fantastico Teatro Camploy. Questo edificio vicino a Porta Vescovo è stato restaurato dall’architetto Rinaldo Olivieri (lo stesso che ha ideato l’installazione della Stella natalizia che l’Arena partorisce ogni anno) con un godibile intervento di restauro dell’interno che vale da solo l’acquisto del biglietto per uno spettacolo allestito in questa bomboniera.

Rimanendo in centro, si possono visitare le mostre temporanee allestite nelle chiese sconsacrate di San Giorgetto (a fianco di Santa Anastasia e nella piazza omonima), di San Pietro in Archivolto (in Piazza del Duomo) o i concerti di San Pietro in Monastero (in via Garibaldi, 3). E’ divertente inoltre partecipare ai numerosi cineforum con attente proiezioni d’essai (vere rarità imperdibili per cinefili e non) presso l’ex chiesa di Santa Maria in Chiavica (nella via omonima) o infine dedicarsi alla lettura e mostre temporanee nelle ex chiese di San Sebastiano, all’entrata della Biblioteca Civica in via Cappello, o di San Francesco (in via San Francesco, 20) oggi Biblioteca universitaria Arturo Frinzi.

Terminiamo il censimento della riconversione dal sacro al profano con l’incredibile metamorfosi avvenuta nell’ex chiesa di San Silvestro in piazza Arditi. Qui il dio cristiano ha lasciato il posto al dio denaro: oggi l’ex tempio ospita una banca in una cornice davvero unica ed imperdibile. Obbligatorio sbirciare attraverso la vetrata del sagrato (pardon! dell’entrata) per ammirare il connubio tra mura affrescate, altare e tabernacolo con le razionali scrivanie degli impiegati bancari.

Napoleone prima e il Risorgimento poi requisirono alcuni di questi luoghi di culto agli ordini religiosi che li amministravano, altri si stanno aggiungendo dopo le recenti savie parole di Papa Francesco: “vendere le chiese per dare da mangiare ai più poveri”. Così tra non molto probabilmente dovremo aggiornare la lista con le new entries.