Parco delle Mura

Il Parco delle Mura titolo

La cinta muraria delle Torricelle appare come una ciclopica corona che cinge il capo alla città, con un sistema fortificato costruito e ampliato nei secoli e calato sulle colline che segnano il confine a Nord di Verona. Recentemente è stato inaugurato il Parco delle Mura, che segna un nuovo imperdibile percorso di trekking urbano per gli amanti dell’inconsueto.

Verona Parco delle mura giardini alto San Nazaro
Partiamo da Veronetta ed entriamo in via Scalone XVI Ottobre, di fronte all’ufficio postale di via San Nazaro, per raggiungere la gradinata che conduce ad Alto San Nazaro. Prima di affrontare il primo dei 105 vecchi gradini in pietra, ricordate che salire le scale richiede 8 – 11 calorie al minuto, quindi sorridete pensando a quanto fa bene e che una volta terminata la salita sarete appagati da una inconsueta vista. Infatti terminato il ri-conteggio dei gradini (serve quantomeno a distrarre la mente dalla fatica fisica!) entrate dal cancelletto a destra dello scalone e si aprirà un nuovissimo parco dalle sembianze di un enorme balcone sopra il quartiere.

La terrazza è attraversata da un percorso a serpentina che risale dolcemente il prato e si riallaccia alle mura scaligere, che seguiremo per tutto il percorso delle Torricelle. Dall’altro lato incuriosisce il recente restauro del piccolo borgo (ex Quartiere XVI ottobre) che fu edilizia popolare di fine ‘800 destinata agli operai del quartiere, mentre ora è diventato un complesso di residenze di lusso per i Bobos che dopo San Giovanni in Valle stanno colonizzando un’altra attraente zona di Veronetta.

Costeggiando le mura in direzione nord, si arriva all’Istituto Don Calabria di San Zeno in Monte. Oltrepassate il portone d’ingresso, sovrastato da un’attualissima citazione evangelica inneggiante all’austerity che dovremmo abbracciare (e che stiamo vivendo, ma non per scelta), e fiondatevi di corsa e senza esitazione (fatelo!) sulla terrazza stile Belle Epoque – Costa Azzurra che si affaccia sul mare di tetti della città. Visuale mozzafiato su una nuova immagine di Verona dove l’Adige magicamente scompare e la città, inaspettatamente suturata, appare come inatteso panorama anche per occhi allenati.

Sotto l’atrio della Chiesa di San Zeno in Monte c’è la possibilità di “rumare” con la mano nel cassetto dei numeri della tombola, proprio quelli di legno coi numeri rossi, per abbeverarsi di gocce di sapienza. Pescatene una e abbandonatevi alla frase che la sorte vi ha riservato, tanto appena girate le spalle al tabellone l’avrete già resettata come l’oroscopo letto o ascoltato a colazione.

Parco delle mura terrazza San Zeno in monte panorama su Verona

Appagati dalla vista sulla terrazza? Ritornate lungo le mura e non raffreddate i muscoli, perché ora inizia il salitone, un dislivello da cardiopalma che dura poche decine di metri tra le severe mura e il dolce uliveto. La cinta difensiva, severa ed immobile nel tempo, srotolandosi al nostro cammino ci farà conoscere da vicino i vari materiali e tecniche di costruzione utilizzate nelle varie epoche storiche. E’ un bell’esercizio di lettura delle superfici verticali: se ad esempio la parete è di ciottoli ben levigati, magari presi proprio dall’Adige, oppure conci irregolari e cotto, ritmata da torri e merlature, siamo in presenza di opere difensive del periodo comunale e scaligero.

Il lungo dominio veneziano ha invece introdotto la scarpatura della muratura già esistente, le romantiche rondelle e i virili bastioni in cotto, tutti esterni alle mura scaligere, per allinearsi alle nuove esigenze della guerra. Le fortificazioni di epoca austriaca, costruite con una tecnica che le fa assomigliare a un bizzarro alveare costruito da uno sciame di api ebbre, terminano sulla sommità con un tetto appuntito che azzera le merlature preesistenti.

Le pareti  hanno la porosità di una stoffa a maglia grossa, o di quelle texture vintage delle trame anni Settanta; in realtà sono tecniche di costruzione che riprendono la tradizione romana dell’opus incertum, con tutte le varie declinazioni e versioni che hanno condotto la mano del costruttore dell’epoca. Cosi vediamo l’opus incertum scaligero con il mattone che ritma i conci irregolari, riaffermando un piano orizzontale così come la verticalità negli angoli delle torri. Oppure l’opus poligonale austroungarico in pietra bianca o tufo (quest’ultimo che sta ritornando polvere) levigato dalla pioggia e dal vento, o colpito dal tempo come una forma di grana in un banchetto nuziale.

Verona Parco delle mura Opus incertum

Lo spiazzo antistante Castel San Felice è una vasca verde dove liberare la fantasia sui prati, mentre la magnifica Rondella della Grotta che lo precede è un interessante luogo per cruising o per bearsi della vista al di fuori delle mura, dove tra le punte dei cipressi si scorgono le alte torri del Castello di Montorio.

Oltrepassiamo le mura che delimitano l’entrata del Forte San Felice, attualmente e infelicemente ancora chiuso, ed è bello notare che la parete dell’esoterico portone d’ingresso è in parte ritagliata nel tufo della collina e poi completata dalle pietre dal taglio irregolare del periodo austriaco. Scendiamo verso il quartiere di San Giovanni in Valle: troviamo subito un’apertura nelle mura, un varco che conduce all’esterno fino ad arrivare al curvone della strada delle Torricelle, dove si notano auto parcheggiate a tutte le ore del giorno. Visto il posto isolato, è facile pensare che i loro autisti si dilettino in esotici divertimenti. Ma ecco che questa sosta del percorso svela finalmente la loro destinazione: oltrepassando il piccolo pertugio portano i cani a fare quattro salti proprio al Parco delle Mura. Sciarada risolta per tutti i Torricelle-car-climbers che fino ad oggi hanno buttato uno sguardo dubbioso su questo curvone-parcheggio!

Avanti per il discesone arrivate ad un bivio, prendete la strada a sinistra, quella che si infila sotto uno scheletrico ponte pedonale che costeggia le mura degli orti medioevali oggi oliveti. E’ una strada incantata piena di muschio verde quasi fosforescente, pietre giallo ocra come i fiori di Palma, con un’atmosfera sospesa come nelle favole. Se all’improvviso sbuca il Bianconiglio per poi scomparire in un pozzo, voi NON lo seguite: il trekking continua.

Siamo arrivati alla fine del percorso della cinta muraria a nord della città che termina davanti alla Comunità di Nazareth. Potete proseguire ora per la stretta strada (Via Nazareth) sulla sinistra che vi porta alla Fontana di Ferro. L’acqua che sgorga non è potabile, mentre lo è quella dell’acquedotto pubblico sistemato a fianco (attenti al getto bastardo). Dopo esservi rinfrescati scegliete, se scivolare lungo la discesa che attraversa San Giovanni in Valle gustandovi l’elegante tranquillità del quartiere, oppure (proprio davanti alla fontanella pubblica) prendete l’improbabile Via Fontane di Sopra. Proseguendo sempre diritto, raggiungete Castel San Pietro per uno sguardo da cartolina su Verona. Poi potrete scendere dallo Scalone San Pietro che termina a Ponte Pietra.

Il percorso è ottimo per le mountain-bike (evitando gli Scaloni), per fare jogging, per studiare o cercare piante officinali, per prendere il sole o giocare a badminton, per schiarirsi le idee o trovarne di nuove!