Rotta Per Moderni Flaneurs / 1

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Armiamoci di disorientamento e partiamo con incredulità verso ciò che andremo a scoprire lungo una sola via, un corso per la precisione, dove il tempo ha collezionato una moltitudine di stramberie tanto da trasformare Corso Portoni Borsari in una suggestiva galleria open air e open mind. La rotta descritta terminerà in un dedalo di  “strade occulte e tortuosi anfratti” degno di una medina magrebina.

Ammonite, Pandoro Melegatti statua, Pietra igrometrica a Verona

Iniziamo partendo dai Portoni e bighellonando sul marciapiede lastricato, così davanti ai civici 37 e 31 potremo calpestare due ammoniti di dimensioni XXL, che con le loro gigantesche spirali ci avvolgeranno di fantasie e sogni, tanto che fino al ‘500 si credeva che questi curiosi fossili fossero i rimasugli del Diluvio Universale.

Arrivati al civico 21, alziamo gli occhi cercando l’insegna Melegatti posta all’angolo dell’edificio, procediamo con lo sguardo oltre la scritta pubblicitaria e un po’ sopra troveremo un bianco pandoro, pronto per tutte le stagioni, che troneggia in entrambi gli angoli del palazzo a ricordarci il luogo natale del più famoso dolce veronese.

Sul lato opposto del civico 17b, troviamo un antico sarcofago sulla parete della chiesetta di San Giovanni in Foro. Proprio sotto la croce uncinata tra i due stemmi si trova l’antico meteo cittadino, ovvero la pietra igrometrica alla quale si attribuisce la proprietà di misurare l’umidità dell’aria strofinando semplicemente la mano per prevedere il tempo buono o cattivo. Solitamente dopo lo sfregamento la previsione è sempre la stessa: tempo unto.

Corte Sgarzarie Elisir d'amore Verona

Proseguiamo in direzione ‘Erbe e ci infiliamo a destra in Vicolo San Marco in Foro. Se armati di pazienza, troveremo ben nascosto il volutamente dimenticato Pozzo dell’Amore. La leggenda col solito finale tragico non è un granché, tuttavia assume più interesse se ci “beviamo” l’Elisir d’Amore veduto dall’enoteca di fronte.

Riposizioniamoci su Corso Portoni Borsari per passare sotto l’arco tra il civico 12 e 14: voilà Corte Sgarzarie, il cuore proto industriale di Verona, la culla della fortuna Scaligera, la ragione dei passati fasti medioevali. Sotto questo contrasto di pesi e volumi, si svolgeva e si dirigeva la produzione precipua del made in Verona, ovvero le lane.

Giriamo attorno alla struttura modello palafitta e immaginiamo gli elefanti raffigurati nella Tentazione di Sant’Antonio di Dalì. Associamoli alla visione della loggia: la sovrapposizione strapperà forse un sorriso. Ora inventiamoci un labirinto: infiliamoci nel pertugio che si trova all’angolo della corte opposto al quale siamo entrati e usciamo in una corticella, poi passiamo un sottoportico a destra ed infine sbuchiamo in Piazzetta Monte.

Via Milei, Vicolo Raggiri centro storico a Verona

Giriamoci verso il leggero declivio della piazzetta e focalizziamo l’inferriata della finestra sotto il balcone balaustrato del palazzo di fronte a noi, sull’altro lato di Via Emilei. Noteremo l’offesa ricevuta dalla grata? E’ stato un napoleonico, di due secoli fa, che dalla batteria di Castel San Pietro cannoneggiava sul centro della città insorta durante le Pasque veronesi. Se ci affacciamo sulla via e giriamo il collo a destra, vedremo stagliarsi in alto la sagoma del Castello che non è proprio l’originale perché costruito dopo, ma il posto dal quale partì il colpo rimane lo stesso.

Lasciamo questa cronaca di guerra e risaliamo Piazzetta Monte seguendo le lastre binarie che tagliano diagonalmente il pavé. Abbandoniamole per costeggiare la chiesetta di San Benedetto e proseguendo per l’omonima strada arriviamo in Vicolo Raggiri che si presenterà cinto da archi medievali trasversali. Girato l’angolo la viuzza prosegue con una serie di ex latrine medievali che oggi si presentano come una parietale collezione di balconi abbottonati.

Sbuchiamo infine in Via Rosa e qui ci lasciamo per poi magari ritrovarci nella seconda rotta del post successivo.

Vicolo Raggiri Verona